sabato 7 giugno 2014

COME LE FOGLIE di Giuseppe Giacosa


La Compagnia Teatrale
"VOX ANIMAE"
presenta 
Come le foglie” 
di Giuseppe Giacosa

Adattamento e regia di
Barbara Bulzomì

Attori (in orgine di apparizione)
Simonetta Lauto Nennele
Federico Diotallevi Gaspare
Massimo Anzalone Tommy
Maria Grazia di Marzio Giulia
Edoardo Possenti Giovanni Rosani
Giuseppe Spezia Massimo
con la gentile partecipazione di 
Debora D'Andrea
voce recitante la poesia "Siamo come le foglie" di Barbara Bulzomì
Assistente alla regia e scenografia
Mina Perniola

Sabato 7 ore 21 - domenica 8 ore 18
TEATRO DUSE
via Crema 8
ROMA

"E’ una brutta giornata per noi tutti, caro Gaspare. 
Una giornata da dimenticare e di cui far tesoro allo stesso tempo. 
La fine di un libro e l’inizio di un altro".

In questa battuta, pronunciata da Nennele nel corso del primo atto, è sintetizzato l’intero antefatto di “Come le foglie” di Giuseppe Giacosa.
Una famiglia alto-borghese, da sempre avvezza al benessere, si trova a dover fronteggiare il tracollo finanziario. Davanti all’inevitabilità di drastici mutamenti nel proprio “modus vivendi”, i componenti di “Casa Rosani” scoprono l’instabilità che è da tempo alla base dei loro rapporti: gli equilibri precari si incrinano del tutto, lasciando il posto a rivendicazioni ed astiosità troppo a lungo taciute.
A partire da un “microcosmo familiare”, Giacosa esplora la tematica universale delle fragilità umane: il vento sono gli accadimenti della vita; le foglie gli uomini stessi.
Dalla tempesta potrà salvarsi solo chi saprà trovare in se stesso le giuste motivazioni per costruire un diverso domani, accettando con maturità i cambiamenti e le trasformazioni.
Questo sarà il ruolo di Nennele, la figlia minore di Giovanni Rosani: lei, la più giovane di tutti, saprà donare nuova linfa, nuovi entusiasmi e nuove speranze ad una famiglia altrimenti destinata a spegnersi inesorabilmente. Diversa sorte toccherà al primogenito Tommy: la sua inconsistenza caratteriale lo condannerà a perdersi, proprio come accade alle foglie più deboli non appena vengono scosse dalla forza dei venti.
Il testo di Giacosa rappresenta uno dei migliori prodotti del Naturalismo teatrale italiano.
Nella riduzione da me curata, il dramma diviene commedia ed è concentrato da quattro atti in due.
La briosità di un adattamento che punta a far leva su una delicata comicità (senza per questo perdere di vista il messaggio del dramma originario) rende l’opera facilmente fruibile dal pubblico più eterogeneo.
In questo scherzoso “pastiche” di generi e di stili, si “strizzerà l’occhio” alla Commedia dell’Arte e si sorriderà bonariamente di certi toni marcatamente lacrimevoli/sentimentali, tipici di molta letteratura ottocentesca e tardo-ottocentesca.
Una scenografia leggera ed essenziale consentirà un’espressione fortemente simbolista durante il primo atto, per poi lasciar spazio ad un maggiore realismo nel secondo.
Infatti, l’atmosfera decadente delle prime scene troverà il suo più coerente corrispettivo visivo proprio in una rigorosa scarnezza.
Soltanto in una fase successiva, quando i protagonisti della storia inizieranno a muovere i loro primi passi verso la “costruzione” di nuovi equilibri familiari, le pareti dell’intimità domestica potranno ritrovare una loro consistenza.
Il tutto “condito” da alcuni accattivanti giochi di “simultaneità spaziali” e di “meta-teatralità” che mireranno a far sentire il pubblico parte attiva degli accadimenti della performance.


Il Teatro Duse di Roma, nello storico quartiere San Giovanni ha aperto i battenti per la prima volta nel lontano 1930, quando fu concepito come spazio destinato a incontri culturali. Rimasto in attività fino al 1940, durante la guerra venne trasformato in un rifugio antiaereo. La struttura rimase chiusa fino al 1970, quando cominciò ad essere utilizzato come sala prove. Successivamente fu ristrutturato e diventò un teatro in miniatura, una piccola bomboniera classica, in grado di ospitare 48 spettatori.
Nel 2005 viene rilavata dall'Associazione Culturale Duse Teatro, nella persona di Sandro Torella, ma per impedimenti giudiziari soltanto nel 2010 riesce ad essere acquisita dall'associazione. Da quest'anno con la nuova Direzione Artistica di Sandro Torella, si intende rinnovare il teatro in chiave "off", pur mantenendo la struttura classica. Con il termine off intendiamo una tipologia di spettacolo fuori dagli schemi dei grandi teatri più o meno istituzionali, che non entra nelle grandi catene di distribuzione e di produzione, intendiamo una tipologia di tematiche sociali, quindi culturali, che non è possibile fruire dai principali canali di comunicazione.








Maria Grazia Di Marzio


 Giovanna Canzano - Maria Grazia Di Marzio






















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